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Dopo lo scandalo Cambridge Analytica: APEX per la protezione dei dati personali

Qualsiasi sia il giudizio sull’operato di Facebook nel caso di Cambridge Analytica, nessuno può negare che il tema della privacy e della condivisione dei propri dati personali in rete sia un tema centrale e che lo sarà sempre di più nei prossimi anni.

Facciamo uno sforzo mentale ed immaginiamo un mondo in cui noi siamo gli unici possessori dei nostri dati personali: età, sesso, preferenze personali, geolocalizzazione, abitudini, stile di vita e chi più ne ha più ne metta; possiamo decidere se condividerli o meno, quali dati condividere e quali no, a quali società siamo disposti a comunicarli e con quali altre rimanere anonimi. Facciamo un ulteriore passo: ci rendiamo conto che i nostri dati hanno un valore – infatti questi vengono usati per generare campagne pubblicitarie mirate, per migliorare le vendite, addirittura i nostri dati si trasformano in utili per alcune società (Facebo…ehm) – quindi decidiamo di monetizzarli e di venderli alle società che ce li chiedono. Rispetto alla realtà a cui siamo abituati, questo sembrerebbe un mondo perfetto ma se tutto questo ora fosse possibile tramite la tecnologia blockchain?

Con il progetto APEX, tutto questo potrebbe essere presto realtà. APEX è una piattaforma B2C (Business-to-Consumer) che consente alle persone di vendere i propri dati agli inserzionisti, permettendo di avere il pieno controllo delle proprie informazioni personali. I consumatori avranno a disposizione una App nella quale selezionare con quali brands condividere i dati e soprattutto quali dati vendere. Il mezzo di pagamento sarà ovviamente un token –  standard NEP5 basato sulla blockchain NEO –  chiamato CPX con cui sarà possibile acquistare dei rewards oppure scambiarlo negli exchanges con altre criptovalute.

Dal lato business è invece già disponibile una piattaforma con cui è possibile gestire le targhetizzazioni, l’acquisizione dei dati e lo sviluppo di modelli di intelligenza artificiale, chiamata NEXUS.

La vera rivoluzione di APEX è trasformazione del modello di business della vendita di dati da B2B (Business-To-Business) a B2C (Business-To-Consumer), coinvolgendo così definitivamente il consumatore nella tokenizzazione delle informazioni personali e nel consenso.

Nella roadmap è previsto il rilascio delle applicazioni per l’Asia nel corso del 2018, in un primo momento in Cina e a seguire Giappone, Corea del Sud e Sud-Est Asiatico.

Il punto forte di APEX è la lista di partners e brands con i quali collabora come Microsoft, Amazon, Alibaba, Oracle, Maserati, BMW, McLaren e tanti altri. La potenzialità è alta per questo progetto che è sicuramente uno di quelli da tenere d’occhio per il mid/long term. La ICO è già finita da qualche settimana ma, se lo schema continuerà a ripetersi, probabilmente ci sarà la possibilità di acquistare i tokens CPX a prezzi minori di quelli in ICO dopo il listing negli exchange (al momento è schedulato il listing su LBank per gli inizi di aprile).

È importante aggiungere che APEX, essendo basata su blockchain, sarà conforme al regolamento UE noto come GDPR (General Data Protection Regulation), relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento e alla libera circolazione dei dati personali dei cittadini europei che entrerà in vigore a maggio 2018. Il GDPR nasce da precise esigenze di certezza giuridica, armonizzazione e maggiore semplicità delle norme riguardanti il trasferimento di dati personali dall’Ue verso altre parti del mondo. APEX potrebbe dunque rivelarsi la soluzione giusta per le tantissime aziende che dovranno uniformarsi alle nuove norme Europee.

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