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Analisi settimanale

Giappone: dopo il furto Coincheck l’FSA controlla senza tregua

Due scambi di criptovaluta dovrebbero cessare di operare in Giappone a seguito di un furto da 500milioni di dollari ed il controllo, sempre più pressante, da parte delle autorità. Da quanto sostiene Nikkei, i due scambi, Mr. Exchange e Tokyo GateWay, stanno ritirando le richieste per l’approvazione del lancio dei servizi ai clienti singoli, consegnate presso l’agenzia dei servizi finanziari giapponese (FSA).

Non vi è alcuna dichiarazione ufficiale da nessuno dei due scambi, ma Exchange l’8 marzo aveva pubblicato la ricezione di un ordine che richiedeva il rinforzo dei propri protocolli interni dopo l’attacco Coincheck avvenuto a gennaio. Questo episodio ha provocato il furto di più di 5000milioni del token NEM. Le chiusure non si verificheranno fino a quando i fondi dell’utente non saranno stati prelevati o restituiti in altro modo. Gli scambi, in Giappone, sono appunto registrati presso l’FSA come previsto dalla legge. Mentre un certo numero di scambi ha ricevuto licenze fino ad oggi, l’agenzia ha comunque intensificato la supervisione del settore in seguito all’hack di Coincheck.

Tuttavia, lo sviluppo è notevole, come all’inizio di questo mese, i regolatori giapponesi hanno sospeso due scambi di criptovaluta, FSHO e Bit Station, citando falle nella sicurezza. Secondo Nikkei, Bit Station ha ritirato la sua applicazione con l’agenzia, così come altri due: Raimu e bitExpress.

“Ci si aspetta che ne seguano altri, dato che la FSA ha dato a diversi scambi un’opportunità di chiudersi volontariamente prima di ordinare loro di farlo”, ha aggiunto il servizio di notizie.

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