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No, non tutte le ICO sono sicure

Lo scorso 8 febbraio, Julio Faura, capo della divisione innovazione della Santander, ha sostenuto che gli utility token non sarebbero una buona idea, in quanto, in realtà, sarebbero security token. Idea non solitaria, visto che, il capo degli investimenti globali della Goldman Sachs aveva precedentemente sostenuto che gli investitori di ICOs (Initial Coin offerings) potrebbero perdere tutti i loro investimenti.

Faura ha proposto un’idea per proteggere gli investitori: costruire uno schema per le ICOs, riorganizzando dall’inizio il sistema e stabilendo che i processi ICO dovrebbero essere disegnati sulle leggi sui titoli già esistenti. Si tratterebbe di prendere spunto da ciò che già abbiamo per creare un nuovo mondo improntato sulle ICOs, il che risulterebbe abbastanza difficile da attuare.

La domanda fondamentale però è: perché gli istituti finanziari e le autorità di regolamentazione esistenti dovrebbero cercare di auto-affondare i metodi di raccolta di capitali o tentare di far girare le ICO secondo le leggi tradizionali sui titoli? Risposta: non lo faranno.

Ripple -una compagnia finanziata da Santander InnoVentures- infatti offre un’idea di come le banche tradizionali e i mercati finanziari competeranno usando blockchain e coins.

Un altro problema sta nel fatto che non tutte le ICO sono controllate dal SEC (U.S. Securities and Exchange Commission).

Un esempio? Un’ICO lasciata in secondo piano dalla SEC è stata manipolata da Perkins Coie e ha incluso la vendita di un token che ha raggiunto i 35 milioni di dollari in meno di un minuto, creando un sistema di digital advertising basato sull’attenzione dei consumatori.

Ciò è stato compreso dalla SEC e da altri organismi di controllo che stanno operando su truffatori già noti. Jay Clayton, presidente della SEC, lo scorso dicembre, aveva raccomandato alla divisione Enforcement della SEC azioni contro le ICOs che avrebbero potuto violare le leggi federali. C’è anche da dire che Clyton però non ha risposto ad una domanda fondamentale e cioè se la SEC andrà a verificare ICOs precedenti. In altre parole, potrebbero esserci ICOs, come quelle di BAT, che la SEC non attaccherà.

La prospettiva che alcune delle ICOs 2017 che raccoglieranno migliaia di dollari non saranno considerate dalla SEC fornisce un chiaro segno che non tutte le ICO rientreranno sotto il controllo federale e che quindi la SEC non si muoverà contro tutte le ICO costruite su blockchain distruttive e di conseguenza, la SEC attenuerà le sue attività di controllo di fronte a un’iniziativa blockchain dirompente che genera un vero valore intrinseco.

Allora: siamo sicuri che gli utility token non siano una buona idea per gli investitori?

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