Il Venezuela ha ufficialmente aperto le prevendite del controverso “petro” token (criptovaluta statale), già annunciato in dicembre dal presidente Maduro: “Il Petro è nato e sarà un successo. Stiamo per firmare accordi con le più grandi e importanti società e blockchain del mondo, che appoggiano il Venezuela.”
Nonostante potrebbe aver senso per un Paese in crisi economica introdurre nuovi tipi di finanziamenti come le criptovalute, il petro è stato discusso sin dall’inizio.
Pare che il token sia sostenuto da risorse minerarie, tra cui il petrolio, e per questo sarebbe un modo per “aggirare” le sanzioni degli Stati Uniti in un periodo di crisi economica, questione segnalata già dall’opposizione al governo venezuelano. L’aver preso in prestito le riserve petrolifere del Paese sarebbe illegale in quanto verrebbero violate le leggi che stabiliscono che il prestito deve essere prima approvato dal governo. Il legislatore Jorge Millan ha detto: “Questa non è una criptovaluta, questa è una vendita a termine di petrolio venezuelano”.
Già in gennaio la programmazione della nuova criptovaluta nazionale era stata denunciata al segretario del tesoro statunitense Steven Mnuchin ed anche Harry Colvin, direttore di Longview Economics, aveva espresso dei dubbi sulla validità del petro considerando le passate appropriazioni indebite dello Stato in questione e che la banca centrale ha appena creato iperinflazione ed aveva aggiunto che se Maduro perderà le elezioni in aprile, il petro quasi sicuramente perderà la sua legittimità.
Secondo una nuova fonte, Telesur, saranno disponibili inizialmente 82.4 milioni di token e un manuale per acquisire il petro sarà presto disponibile in molte lingue. Maduro, nell’annuncio del lancio del token ha sostenuto che il petro sarà un modo per far crescere il welfare venezuelano.
L’incaricato della gestione del token, Carlos Vargas, ha dichiarato che la pre-vendita e l’offerta iniziale del petro saranno scambiabili con “valute forti” e criptovalute, ma non con il bolivar, la moneta corrente venezuelana.