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Il Venezuela ed il Petro token ancora sulla scena Bitcoin

Maduro, il presidente del Venezuela, ha annunciato che il governo avrebbe ricevuto più di 171,000 ordini di acquisto certificati per il petro token, la cryptovaluta venezuelana. Si tratterebbero di acquisti, per lo più, provenienti da aziende americane, come dichiarato da TeleSUR il canale nazionale. Ovviamente non vi sono informazioni su chi abbia acquistato o che tipo di certificazione è stata prodotta dalle transazioni.

Nonostante il clamore, sembra che il petro sia ancora nelle tasche del governo e che nulla è stato distribuito ai potenziali acquirenti, ancora. Uno sguardo al registro delle transazioni NEM mostra che l’indirizzo petro del governo venezuelano ha ancora la proprietà di tutti i 100 milioni di token.

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La settimana scorsa Maduro aveva affermato che la prevendita di Petro, che continuerà fino all’inizio di marzo, ha raccolto 735 milioni di dollari solo durante il primo giorno, come riportato in precedenza. Tuttavia, non ha rilasciato alcuna prova a supporto di questo numero…

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Tutto ciò non ha impedito che nel Paese si cercassero dei varchi per la circolazione del Petro token. Come riportato in precedenza, i documenti governativi indicano che inizialmente potrebbero essere autorizzati otto scambi nel Paese, e alcuni avrebbero già iniziato a compiere sforzi per prendere la possibilità qualcosa di concreto.

Laszlo Hanyecz ha comprato altre due pizze, stavolta usando la rete Bitcoin Lightning

Nel 2010 Laszlo Hanyecz fu il primo uomo a comprare con una transazione in Bitcoin 2 pizze (10.000 BTC); ora ha comprato altre due pizze usando la rete Bitcoin Lightning. Quando si dice dove può arrivare l’amore per la pizza. La transazione originale BTC-pizza avvenne il 22 maggio 2010 e da quel giorno si celebra il Bitcoin pizza day. Read more

Il regolamento ICO del governo di Gibilterra

Il governo di Gibilterra ha annunciato l’elaborazione di un regolamento ICO all’inizio di febbraio ed ora potrebbe esser in procinto di concludere l’azione. Questo includerà la creazione di un sistema per “sponsor autorizzati che presentino un numero di opzioni diverse” che avrà il compito di gestire la conformità delle azioni. I funzionari dicono però che spetterà al mercato determinare quale sia la “buona” vendita di token. Read more

No, non tutte le ICO sono sicure

Lo scorso 8 febbraio, Julio Faura, capo della divisione innovazione della Santander, ha sostenuto che gli utility token non sarebbero una buona idea, in quanto, in realtà, sarebbero security token. Idea non solitaria, visto che, il capo degli investimenti globali della Goldman Sachs aveva precedentemente sostenuto che gli investitori di ICOs (Initial Coin offerings) potrebbero perdere tutti i loro investimenti.

Faura ha proposto un’idea per proteggere gli investitori: costruire uno schema per le ICOs, riorganizzando dall’inizio il sistema e stabilendo che i processi ICO dovrebbero essere disegnati sulle leggi sui titoli già esistenti. Si tratterebbe di prendere spunto da ciò che già abbiamo per creare un nuovo mondo improntato sulle ICOs, il che risulterebbe abbastanza difficile da attuare.

La domanda fondamentale però è: perché gli istituti finanziari e le autorità di regolamentazione esistenti dovrebbero cercare di auto-affondare i metodi di raccolta di capitali o tentare di far girare le ICO secondo le leggi tradizionali sui titoli? Risposta: non lo faranno.

Ripple -una compagnia finanziata da Santander InnoVentures- infatti offre un’idea di come le banche tradizionali e i mercati finanziari competeranno usando blockchain e coins.

Un altro problema sta nel fatto che non tutte le ICO sono controllate dal SEC (U.S. Securities and Exchange Commission).

Un esempio? Un’ICO lasciata in secondo piano dalla SEC è stata manipolata da Perkins Coie e ha incluso la vendita di un token che ha raggiunto i 35 milioni di dollari in meno di un minuto, creando un sistema di digital advertising basato sull’attenzione dei consumatori.

Ciò è stato compreso dalla SEC e da altri organismi di controllo che stanno operando su truffatori già noti. Jay Clayton, presidente della SEC, lo scorso dicembre, aveva raccomandato alla divisione Enforcement della SEC azioni contro le ICOs che avrebbero potuto violare le leggi federali. C’è anche da dire che Clyton però non ha risposto ad una domanda fondamentale e cioè se la SEC andrà a verificare ICOs precedenti. In altre parole, potrebbero esserci ICOs, come quelle di BAT, che la SEC non attaccherà.

La prospettiva che alcune delle ICOs 2017 che raccoglieranno migliaia di dollari non saranno considerate dalla SEC fornisce un chiaro segno che non tutte le ICO rientreranno sotto il controllo federale e che quindi la SEC non si muoverà contro tutte le ICO costruite su blockchain distruttive e di conseguenza, la SEC attenuerà le sue attività di controllo di fronte a un’iniziativa blockchain dirompente che genera un vero valore intrinseco.

Allora: siamo sicuri che gli utility token non siano una buona idea per gli investitori?