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Blockchain vs Tangle

Si stima che, nei prossimi 10 anni, oltre 50 miliardi di oggetti saranno connessi a livello globale. Gli oggetti intelligenti, con capacità decisionale, permetteranno risparmio energetico sia a livello personale (domotica e smart-home) sia a livello macroscopico (smart-city e smart grid). Ogni dispositivo dovrà dunque essere in grado di effettuare micro-pagamenti, istantanei e con bassissime fees. L’ecosistema IOTA è stato creato per risolvere questo problema, cioè per effettuare micro-pagamenti per l’Internet of Things (IoT). A differenza di Bitcoin e della maggior parte delle criptovalute che sono basate su blockchain, IOTA è basato su un tipo di DLT (Distributed Ledger Technology) chiamato Tangle.  Il Tangle è un protocollo software basato sul DAG (Directed acyclic graph, grafo aciclico diretto) completamente diverso dal protocollo blockchain. Grafo aciclico diretto significa che al suo interno non è possibile la formazione di loops e che i collegamenti tra i nodi sono unidirezionali. Nel Tangle le transazioni vengono processate in parallelo, il che permette a IOTA di scalare in maniera direttamente proporzionale alla crescita del network. Quando un nodo riceve una transazione, questa per essere valida deve approvare almeno due transazioni precedenti. In sostanza un nodo per emettere una transazione deve scegliere almeno due transazioni da approvare, verificare che le transazioni non siano in conflitto ed eventualmente, rifiutarsi di approvarle.

iota-shema

Il Tangle risolve i seguenti problemi, che invece si presentano con blockchain:

  • Centralizzazione del controllo

BITCOIN
Storicamente è evidente come i miner tendano ad aggregarsi in grandi gruppi per mettere in comune la potenza di calcolo e dividere le ricompense. Questa dinamica porta alla centralizzazione della potenza computazionale e di conseguenza anche a una centralizzazione del potere decisionale nelle mani di poche pool di miners, con il rischio concedere loro la facoltà di applicare vari tipi di discriminazione verso determinate transazioni. Nonostante non ci siano ancora stati casi eclatanti di abuso di potere da parte dei miners, anche solo la remota possibilità che ciò accada in un sistema monetario globale è inaccettabile.

Tra i più importanti notiamo blocchi minati dai vari Pool:

BTC.com 24.31%

 AntPool 13.19%

ViaBTC 13.19%

Slush Pool 12.5%

BTC.top 10.42%

F2Pool 8.33%

In pratica quasi l’82% del potere di calcolo è nelle mani di sole sei pools, mettendo a serio rischio la politica di decentralizzazione di Bitcoin.

IOTA

A differenza della maggior parte delle altre criptovalute, per quanto riguarda IOTA non esiste un vero e proprio mining in quanto sono le transazioni stesse a verificare le transazioni precedenti. Questo accade attraverso il sistema chiamato Hashcash (che usa la funzione di hash SHA-1) che richiede di risolvere un problema crittografico abbastanza semplice, in modo che sia alla portata di ogni dispositivo che potenzialmente possa essere collegato all’IoT.

  • Crittografia obsoleta

BITCOIN

Nei prossimi anni, con l’avvento dei Quantum computers, la sicurezza di Bitcoin potrebbe essere a rischio. Secondo i ricercatori del MIT, non si tratta del rischio di un attacco del 51% ma della concreta possibilità di ricavare la chiave privata partendo dalla chiave pubblica. Al momento si tratta di un lavoro praticamente impossibile per i computer tradizionali, ma i Quantum computers potrebbero rimescolare le carte in tavola.

IOTA

Nonostante i Quantum computers non siano ancora prodotti di consumo, è opportuno iniziare già a sviluppare soluzioni che siano quantum-resistant da un punto di vista crittografico. A differenza di Bitcoin che utilizza la cosiddetta crittografia ellittica – una tipologia di crittografia asimmetrica – IOTA utilizza il sistema di firma unica Winternitz che, in poche parole, ad ogni firma rivela una parte della chiave privata; è per questo motivo che deve essere usato un nuovo indirizzo per ogni transazione, altrimenti ad ogni invio/ricezione si rivelerebbero sempre più parti della chiave privata fino a renderla vulnerabile a possibili attacchi. In questo modo il protocollo, oltre ad essere Quantum-resistant, rende più veloce ed efficiente la verifica delle transazioni.

  • Difficoltà nel gestire micro-pagamenti

BITCOIN

Fino a qualche anno fa era possibile effettuare transazioni con un ammontare incredibilmente irrisorio di fees. Al momento però non è più così, i costi per effettuare le transazioni sono aumentati vertiginosamente, soprattutto nei periodi di intasamento della rete. I costi di transazione delle crittovalute Blockchain sono presenti per ricompensare i miners e per evitare spam nel network, tuttavia allo stesso tempo stabiliscono una soglia sotto alla quale diventa antieconomico inviare pagamenti.

Bisogna sottolineare però, che con l’introduzione della Lightning Network il problema delle fees potrebbe essere presto risolto.

IOTA

Come si è visto in precedenza, nel Tangle gli utenti che effettuano le transazioni sono gli stessi che validano le transazioni precedenti dunque tutto questo si traduce in assenza di fees. Mentre nelle criptovalute basate su blockchain, diventa sconveniente effettuare piccole transazioni, per IOTA non è così, infatti la mancanza di fees rende possibile sia micro che nano transazioni tra devices.

  • Discriminazione degli utenti 

“The importance of micropayments will increase in the rapidly developing IoT industry, and paying a fee that is larger than the amount of value being transferred is not logical. Furthermore, it is not easy to get rid of fees in the Blockchain infrastructure since they serve as an incentive for the creators of blocks. This leads to another issue with existing cryptocurrency technology, namely the heterogeneous nature of the system. There are two distinct types of participants in the system, those who issue transactions, and those who approve transactions. The design of this system creates unavoidable discrimination of some participants, which in turn creates conflicts that make all elements spend resources on conflict resolution. The aforementioned issues justify a search for solutions essentially different from Blockchain technology, the basis for Bitcoin and many other cryptocurrencies.” (IOTA whitepaper)

BITCOIN

Le criptovalute esistenti sono sistemi eterogenei con chiare separazioni dei ruoli fra gli utenti, le quali rendono inevitabili successive discriminazioni e conseguenti conflitti. In poche parole, i miners non devono essere per forza gli utilizzatori finali della tecnologia, dunque c’è una grande differenza e un potenziale conflitto tra user e miner.

IOTA

Nell’ecosistema di IOTA gli users che effettuano le transazioni sono gli stessi che le verificano, rendendo così impossibile l’instaurarsi di conflitti di interesse o di qualsiasi altro genere. Il sistema è omogeneo senza separazioni di “potere”.

Si nota però che nella fase di lancio del Tangle sono presenti dei “coordinatori” per aiutare la crescita organica del network finché questo non sarà di dimensioni sufficienti. In quel momento i ruoli di coordinatori verranno eliminati.

  • Limiti di scalabilità

BITCOIN

Le criptovalute basate su blockchain hanno limiti difficilmente mutabili per quanto riguarda il numero di transazioni, dovuti alla dimensione dei blocchi e dal timing con il quale questi vengono minati. Al momento Bitcoin è in grado di processare da 4 a 7 transazioni al secondo; per avere un mezzo di comparazione, VISA è in grado di processarne 4000 in un secondo. Al momento risulta dunque difficile poter competere con le attuali tecnologie di pagamento. Inoltre è quasi impossibile, al momento della creazione di una criptovaluta, riuscire a stimare con esattezza i valori di tali limiti che saranno ideali nel momento in cui il sistema sarà in esecuzione alla sua massima capacità.

IOTA

Il Tangle è completamente scalabile anzi, per il fatto che ogni transazione deve approvare due transazioni precedenti, più persone useranno il sistema e più veloce questo diventerà.

scalability-

  • Illimitata crescita dei dati

BITCOIN

Con l’aumentare della popolarità e delle transazioni, nel tempo la blockchain diventerà sempre più grande e saranno necessari hard disk con capacità enormi per poterla scaricare interamente. Questa problematica potrà essere mitigata solo dal progresso tecnologico nel campo degli HHD/SSD o in altre forme di data storage.

IOTA

Per quanto riguarda il ledger di IOTA è previsto uno snapshot manuale a intervalli più o meno regolari, chiamato anche pruning (sfoltimento). Attraverso lo snapshot vengono salvati tutti i balances dei conti ma vengono eliminati tutti i dati relativi alle transazioni, così da salvare spazio su disco e partire ex novo con le eventuali transazioni.

In ogni caso, è bene sottolineare che IOTA non punta a rimpiazzare completamente le applicazioni blockchain, piuttosto può concorrere all’espansione dell’attuale ecosistema delle criptovalute mediante l’utilizzo intenso di smart contracts nell’Internet of Things.

Naoris Cyber Blockchain: una nuova speranza per la sicurezza informatica basata sulla Blockchain

Naoris, giovane start-up tecnologica con sede a Londra, ha presentato il suo nuovo prodotto Naoris Cyber ​​Blockchain al Money20/20 Asia 2018 che si è tenuto dal 13 al 15 marzo a Singapore. Sfruttando la tecnologia Blockchain la startup ha creato un nuovo mondo per la sicurezza informatica di individui, aziende e nazioniRead more

PUMP & DUMP: come alzare il prezzo di una shitcoin

È inutile nascondersi dietro un dito, a molti piacciono i soldi facili e veloci ed è sostanzialmente questo l’unico il motivo dell’esistenza dei gruppi Pump & Dump (P&D).

Per Pump & Dump si intende la pratica messa in atto da grossi investitori per alzare il prezzo di una shitcoin – vengono chiamate così le altcoins senza seri progetti alle spalle che ne giustifichino il prezzo – attirando l’interesse dei piccoli investitori e rivendendo così ad un prezzo gonfiato, lasciando sul lastrico i meno esperti. Read more

Report Money20/20 Asia

Anche quest’anno sono stato a Money20/20. Quando sono stato a Copenhagen per l’edizione europea, ho cercato di apprendere il più possibile, perché non sapevo nulla. Sapevo solo che è un evento dedicato alle banche e, più recentemente, anche al FinTech.

Ho scritto il report completo su Tweaknology, perché la copertura che ho cercato di fare era più di carattere generalistico sulla direzione che stava prendendo il sistema di pagamenti del futuro.

Money20/20 Asia - 4

Questa volta, invece, la situazione era un’altra: Money20/20 Asia, a Singapore. Lo scopo era preciso: capire come e in quale misura la blockchain stesse influenzando il percorso delle banche e delle startup fintech. E bisognava capirlo dall’Asia, che è il mercato più influente da qui ai prossimi 20 anni. E non solo fino al 2020.

Il mercato asiatico è enorme: comprende gli 1.7 miliardi di cittadini cinesi (di cui circa 900 milioni già digitalizzati), il miliardo di cittadini indiani e il piccolo, ma estremamente attivo, mercato del sud-est asiatico: Filippine, Malesia, Thailandia, Indonesia e, appunto, Singapore.

Il potenziale e la competizione è enorme: la vera impresa non è quella di tenere appesi i già digitalizzati, ma di far entrare la grandissima massa critica che ancora non ha accesso nemmeno al piccolo credito. E’ qui che la forza della blockchain può democratizzare la libertà finanziaria.

Grab @ Money20/20 Asia - 2

Nel sud-est asiatico, una delle più popolari app di ride-sharing non è Uber, ma Grab. Grab include corse in auto, food delivery, e ora anche trasferimento di denaro, con GrabPay.  Vogliamo abilitare sempre più micro-imprenditori ad avere un lavoro stabile ed una libertà finanziaria” dice Anthony Tan, Co-Founder & CEO di Grab, “e vogliamo arrivare a 100 milioni entro il 2020. Vogliamo attivare la nuova generazione di imprenditori”.

“L’inclusione finanziaria è il nostro core business, non è una conseguenza del nostro business model.”

Grab sta diventando anche un’istituzione finanziaria: con l’annuncio di Grab Financial, Grab diventerà un sistema di pagamento, un programma fedeltà, un network di agenti e un provider di servizi finanziari.

Grab @ Money20/20 Asia
Grab @ Money20/20 Asia

E farà tutto con l’aiuto di OVO (wallet digitale), Credit Saison (banca giapponese) e Chubb (compagnia assicurativa), con cui ha annunciato le partnership proprio a Money20/20 Asia.Grab è certo la più importante da prendere in considerazione, ma non è l’unica: dalla Cina, infatti, è arrivata AliPay, la piattaforma di pagamenti operata da Ant Financial Services Group che ora serve anche Cambogia, Myanmar, Laos, le Filippine, Malesia e Singapore.

AliPay ha una fortissima presenza in Cina e l’espansione del sud-est asiatico significa che il mercato è terreno fertile con altissimi margini di crescita. Ci sono anche altre iniziative, seppur più piccole, ma che hanno ugualmente significato: basta fare giusto qualche ora di viaggio in aereo e accorgersi che Nira, startup indiana, sta lavorando duramente per dare un’identità finanzaria ai millennials indiani che non hanno un credit score e non sono quindi idonei ad avere un conto in banca o un prestito a breve termine, per esempio, per i loro studi.

Ed è qui che viene in mente che le criptovalute hanno democratizzato l’accesso al credito, probabilmente spingendo sempre più persone a trovare soluzioni all’interno della situazione economica attuale. Ognuno può creare criptovalute grazie ad un computer che fa mining.

Ma le criptovalute hanno anche cambiato le modalità di trasferimento del denaro, che prima (e purtroppo ancora oggi, in molti casi) passano attraverso tantissimi intermediari e hanno dei costi esorbitanti. Le cosiddette “remittances”, in inglese.

Money20/20 Asia - 4
Money20/20 Asia – 4

La startup sud-coreana MOIN usa blockchain e criptovalute per semplificare, in maniera regolamentata, il trasferimento di denaro in Sud Corea. Ad oggi la startup ha circa 10.000 utenti e mira ad ampliare la sua posizione, ma non è l’unica che si sta occupando di questo.

In generale, la sfida delle “remittances” è al centro del dibattito da molti anni: nei prossimi 1-3 anni la direzione è chiara. I costi di servizio saranno abbattuti completamente, nessuno ha dubbi. Ma solo per il mercato consumatori, che sposterà tanto denaro ma in tante piccole transazioni.

“Il vero mercato sarà quello del trasferimento di denaro in grandissima quantità e soprattutto ad una frequenza altissima, quello tra le imprese”, dice Jack Zhang, Co-Founder & CEO di AirWallex, startup che si occupa proprio di questo. Per ora, la blockchain non è ancora pronta a processare migliaia di transazioni al secondo, e soprattutto non è ancora considerato un metodo di pagamento istituzionale. “SWIFT continuerà ad essere il metodo di pagamento predefinito per una certa serie di operazioni finanziarie”, continua Zhang.

Ma un passo avanti c’è, da parte delle istituzioni finanziarie: “La Bank of England, sta aprendo i metodi di pagamento anche alle non-banche”, commenta Lukas May, Head of Banking di TransferWise, azienda che permette agli utenti di inviare denaro a costi bassissimi.

“La sfida sarà quella di fornire davvero una fantastica esperienza per l’utente”

Ed è una sfida da prendere molto seriamente.“E’ tutto da scommettere sull’esperienza da mobile”, commenta Kris Marszalek, Co-Founder & CEO di Monaco.

Lo sanno bene quelli di Monaco, azienda che opera nel settore delle criptovalute e che ha rilasciato un suo token, MCO, con il quale è riuscita a finanziarsi circa 26 miliardi di dollari nella ICO che è avvenuta a metà 2017. Monaco è 5 Star Sponsor di Money20/20 Asia, e il suo prodotto è un wallet con carta di debito associata che permette di pagare nella vita reale usando le criptovalute, scambiando velocemente le criptovalute con valuta fiat.

“Siamo venuti qui, facendo le cose in grande proprio a questo evento che è dedicato al mondo bancario, per dare un segnale forte: ci siamo anche noi, non siamo fuffa”, mi dice Rafael Melo, il CFO di Monaco, durante una chiacchierata al loro stand, uno dei più grandi dell’esposizione. Monaco ha manifesti ovunque: sulle scale mobili, all’entrata. Ha persino sponsorizzato il bar all’ingresso, che durante l’evento viene chiamato il “Monaco Cafè”.

Il wallet di Monaco è ora disponibile al download, ma l’accesso è solo su invito. Per ora sono supportate sono 4 criptovalute: Bitcoin, Ether, Binance Coin e, appunto, Monaco. Ma il piano è quello di supportarne moltissime altre già entro la fine del 2018. Così che tutti possano goderne i benefici. Si tratta sempre di questo, dopotutto: inclusione e libertà finanziaria.

Blockchain workshop @ Money20/20 Asia
Blockchain workshop @ Money20/20 Asia

“Il ruolo delle criptovalute è quello di dare potere alla community”, commenta in un workshop sulla blockchain, professore alla Singapore University of Social Science e investitore in Zcash e Qtum.

“Il ruolo della blockchain si può sintetizzare in 5 D: Digitalizzare, Disintermediare, Democratizzare, Decentralizzare, Diminuire.” 

Se un progetto soddisfa queste queste 5 D, allora può avere successo. Non tanto perché deve rispettare degli standard prefissati, quanto perché deve rispondere all’esigenza progressista e liberale dell’inclusione e della libertà finanziaria, che qui a Money20/20 Asia sembra un manifesto al quale anche le banche classiche vogliono attenersi.

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Money20/20 Asia, startups fighting back corporations in the AI challenge

Come per dire che è impossibile frenare o fermare la nuova rivoluzione democratica dopo l’internet, e che il miglior modo per vincere è assorbire questa nuova cultura. I 2 anni che ci separano dal 2020 saranno pieni di test, di prove di forza di startup che cercheranno di integrare le loro innovazioni nei sistemi di pagamento tradizionali di banche e istituzioni. Startup come ULedger, Wyre e Blocko, che offrono soluzioni blockchain permissionless e permissioned e API di alto livello.

Money20/20 Asia - 3
Money20/20 Asia – 3

Insomma, Money20/20 Asia è stato tanta roba. Tante promesse e soprattutto l’intenzione, da parte di tutti (l’Autorità Monetaria di Singapore ha annunciato che sta lavorando con la Bank of Canada per sistemi di pagamento trans-nazionali basati su blockchain), di dare a tutti la possibilità di possedere denaro, poterlo utilizzare e poter generare economia.

Valutare una Initial Coin Offering (ICO) in 10 punti

TEAM

Dovete trasformarvi in 007 e cercare qualsiasi informazione riusciate a trovare sui componenti fondamentali del team, soprattutto per quanto riguarda il team di development e gli advisors. Visitate i loro profili LinkedIn e prestate la massima attenzione sulle esperienze precedenti nel campo delle cryptovalute, un passato di scam e vacanze alle Bermuda non è il massimo come curriculum.

COM e REDDIT

Il miglior modo per iniziare le vostre ricerche sul progetto è sicuramente quello di dare un’occhiata alle discussioni su questi siti. Nei vari threads il team dovrebbe rispondere alle domande degli investitori (se non lo fa, scappate a gambe levate). In questo modo avrete la possibilità sia di conoscere come si muove il team nei social media (anche il marketing ha una notevole importanza sulla buona riuscita del progetto), sia di togliervi qualche dubbio o magari ragionare sulle perplessità degli altri utenti. Tenete comunque sempre d’occhio chi scrive, si dice che distruggere sia l’arte di chi non sa costruire, dunque prendete con le pinze quello che scrivono i nuovi utenti e gli haters professionisti.

STATO DEL PROGETTO, BUSINESS ANGELS e VENTURE CAPITAL

Valutate lo stato di avanzamento del progetto: c’è un whitepaper? Una versione beta? È già stato lanciato un prodotto? Nonostante non sia impossibile partire completamente da zero, è preferibile lanciare una ICO avendo già “qualcosa tra le mani”, o almeno è segno di estrema serietà. Questo vi servirà soprattutto per valutare il Pay Back Period, ossia il tempo di recupero del vostro capitale.

Ci sono già altri investitori nel progetto? È stata fatta una raccolta fondi privata? La presenza di fondi Venture Capital è di fondamentale importanza per valutare un progetto; i venture capital infatti, a differenza degli angels, non investono denaro di loro proprietà ma richiedono fondi istituzionali o comunque si rivolgono a banche o assicurazioni. Visto che, oltre ad ottenere un profitto, devono restituire il denaro a terzi, è naturale che questi investano solo in progetti solidi e promettenti.

WHITEPAPER

Leggetelo e cercate di capire se il progetto sia fattibile o meno. E ricordate, anche l’occhio fa la sua parte: se è scritto con word o su una carta da formaggio, se le immagini sono di pessima qualità, se ci sono errori grammaticali o se è tradotto con Google Translate, sapete cosa fare!

SOCIAL MEDIA

Cercate di partecipare alle conversazioni nei canali ufficiali Slack, Discord o Telegram gestiti dai team. Oltre ad avere un canale di comunicazione diretto e pressoché istantaneo, vi permetterà di venire a conoscenza delle news e di conseguenza di agire celermente. Inoltre vi potrete rendere conto della dimensione e della qualità della community interessata al progetto. In fin dei conti, una cosa che interessa solo voi, non è una cosa veramente interessante.

TOKEN

A cosa serve quel token? È davvero necessario? Serve una blockchain oppure è solo un’esca per pessimi investitori?

Se le risposte sono, nell’ordine: a niente, no, sì è solo un’esca, forse dovreste farvi altre due domande sull’effettiva utilità del progetto. Dopo aver determinato il fine del token bisogna capire quando e come ci verranno consegnate le nostre monete. Se più del 50% dei token devono essere distribuiti al team, c’è un’alta probabilità che abbiano già prenotato la loro vacanza di 18 anni alle Maldive.

MERCATO e COMPETIZIONE

È forse la cosa più difficile da valutare ma bisogna valutare se il progetto ha un futuro nel mercato e se risponde a un’esigenza specifica di un potenziale consumatore. Inoltre bisogna capire se il mercato è saturo o se c’è molta competizione. Inventare un nuovo social network e sperare di rubare lo scettro a Facebook potrebbe anche essere innovativo ma molto rischioso e azzardato.

OPEN CAP, SOFT CAP, HARD CAP

Le ICO con open cap sono quelle che non hanno un limite massimo di raccolta fondi. Se vi sembra una notizia fantastica, purtroppo dovrete ricredervi. Più monete ci saranno in circolazione e meno valore avranno, dunque anche se la raccolta è limitata, bisognerà valutare la quantità di token distribuiti a fine ICO (hard cap). Ricordate, l’oro è costoso perché ce n’è poco.

Da tenere in considerazione è anche la presenza o meno di un soft cap ossia la quantità minima di fondi necessari a portare a buon fine il progetto. Se il soft cap non è previsto o è troppo alto c’è il rischio di non rivedere più né i propri soldi né il progetto dei nostri sogni.

CODICE

Se avete un minimo di conoscenze di programmazione, analizzare il codice non sarebbe una brutta idea. Se invece non avete la minima idea di cosa sia un codice, ci sono dei piccoli elementi che potrebbero farvi rizzare le antenne: un codice ben fatto deve contenere dei commenti degli sviluppatori, deve essere ordinato e deve essere modulare, ossia deve essere formato da diversi blocchi di codice e non da un unico papiro lunghissimo. Se il codice del progetto è open source, perché non dargli un’occhiata?

Questi sono i segnali da non ignorare mai (RED FLAGS):

  • Promesse di ritorni alti e garantiti;
  • Sistema di affiliazione troppo esteso, MultiLevel Marketing o sistemi piramidali;
  • Nome uguale o molto simile a progetti/sistemi/programmi/token già esistenti;
  • Se sembra troppo bello per essere vero, semplicemente non è vero.

*NOTA: nonostante tutte le precauzioni del caso, le ICO rimangono un investimento ad alto rischio. È dunque fondamentale investire solo ciò che si è disposti a perdere totalmente. A causa della mancanza di regolamentazioni, l’eventuale possibilità di recuperare i vostri fondi è molto bassa (anzi nulla).

Cos’è e come funziona Cryptokitties

Qualche mese fa ne abbiamo parlato, non proprio contenti. Ed invece ora, che le “acque” si sono calmate, possiamo parlarne approfonditamente. Tramite un video.

Cryptokitties è la prima applicazione su blockchain ad avere quasi un senso. È un gioco di carte-token collezionabili, che si possono far riprodurre tra di loro. Per ora ci sono tantissimi gattini e pochi utenti, ma la situazione potrebbe cambiare una volta che il gioco sarà disponibile anche su piattaforme come WeChat, Kik o simili, nel mercato cinese, coreano e giapponese.

Qui il video completo in cui spiego come funziona:

Initial Free Offering, cos’è e come partecipare

Tutti abbiamo sentito parlare di ICO, Initial Free Offering. Sul blog di HTML.it abbiamo scritto anche un breve articolo di introduzione/spiegazione. Ma una IFO non la conoscono tutti.

Nasce da un’idea di Francesco Sullo, imprenditore e software engineer che vive in California. Alla base c’è il concetto che il valore percepito di un token venduto durante una ICO non corrisponda direttamente al prezzo: molto spesso, magari, è più basso. Quindi compriamo token ad un prezzo che in realtà potrebbe essere più basso. E che comunque non garantisce che il sottostante, l’economia reale, accetti quel valore del token. A questo scopo è nata la Initial Free Offering. Mandi 0 ETH + qualche centesimo di commissione, e ricevi 5,000 NIL, un token che costa 0 ma che vale sicuramente di più. Il suo valore si allineerà in maniera naturale al suo prezzo e viceversa, in base al suo utilizzo come mezzo di scambio, intrinsecamente al segmento di economia su cui si appoggerà.

Davvero un esperimento interessante. Vediamo come andrà a finire.